La solitudine non esiste nella natura. L’uomo non è fatto per vivere solo, ma in società.
Occorre perciò che ci inchiniamo alle leggi civili ma credetemi che, dal giorno in cui ci ameremo veramente e in cui non cercheremo di far del male al nostro vicino, non ci sarà più bisogno di guardia campestre per difendere quel vicino non avremo più bisogno di nessuno per governarci, ci sapremo governare da soli (9.7.1894).
Dobbiamo obbedire alla legge come a Dio, poiché è Dio che ha permesso la legge e che ha dato un governo adeguato al nostro stato. A uomini imperfetti non potevano essere date leggi perfette (18.2.1902).
Quando un colpevole è giudicato dalle leggi civili e subisce una pena, viene dispensato dall’essere giudicato dalle leggi del Cielo. Quelli che giudicano saranno a loro volta giudicati. Ma soprattutto, ciò che non bisogna fare, è di denunciare un colpevole chi compie questo atto meritorio di non denunziare, può essere certo di diventare un giorno l’angelo custode di un colpevole, per il quale potrà ottenere il perdono del Cielo, o avere nella sua famiglia, fino alla settima generazione, un colpevole che sarà perdonato per il suo atto meritorio e sfuggirà al castigo (10.1.1894).
Potremo governarci da soli quando avremo la carità, e, per questo, occorre dimenticare i rancori e non dissotterrare i morti, vale a dire non rimproverare a qualcuno le stesse cose per anni (27.7.1893).
Se, per la strada, avendo ricevuto uno schiaffo da un passante, siamo capaci di andare verso di lui e abbracciarlo, allora le leggi del paese non ci raggiungono più. |