Vi sono i figli di Dio nati dalla volontà di Dio, senza l’ausilio della carne, vale a dire senza che alcun giardiniere abbia dovuto farli uscire dalla terra, mentre altri sono nati dalla carne e sono i figli della terra. E anche tra i figli di Dio vi sono i soldati e quelli che sono gli ufficiali. I figli della carne ritornano fatalmente, i figli di Dio ritornano di propria volontà.
Solo i soldati saranno sempre ovunque, nelle tenebre come nella Luce, incaricati di ricondurre quelli che sono in ritardo (18.2.1902).
Per essere piccoli soldati, bisogna abbandonare il proprio ego. (4.1.1895).
Se volete essere soldati, amate il vostro prossimo come voi stessi, potrete allora dire di essere andati sul campo di battaglia e di essere del numero dei guerrieri (8.11.1894).
Vi sono delle anime che si trovano bene in qualche luogo, si contentano di ciò che hanno e vogliono restare lì; altre più ambiziose vanno più lontano; altre non si fermano mai, insaziabili, e danno la loro ricompensa ad altri che sono nelle tenebre e non possono uscirne.
Per esse non vi è paradiso. Sono le anime dei soldati e dei loro capi. Che bisogno vi è infatti di paradiso per coloro che hanno la coscienza di combattere per il loro imperatore e padre? Essi non si fermano mai; sempre vi sono dei combattenti. Ma solo in certe epoche vi sono capi con potere di scegliere e inquadrare i combattenti. I combattenti appartengono ai loro capi, non saprebbero disertare. Se lo fanno, ciò dura qualche secolo appena, un migliaio d’anni, poi il loro rimorso è così grande che tornano da soli e chiedono loro perdono.
Missione e poteri dei figli di Dio
Se facciamo il bene e Dio ci sceglie per essere nel numero dei suoi soldati, è un grande favore, perché un soldato può ottenere una promozione. E se quel soldato ha dato prova di coraggio e il suo capo, per ricompensarlo, gli affida un nuovo incarico, è ancora un grande favore, ma occorre che egli renda conto al suo superiore, e chi è superiore a lui a un altro più elevato e così di seguito. Allo stesso modo Dio può avere dei fattori; se è contento di uno di essi non richiederà il prezzo d’affitto del podere, glielo abbonerà. Se quel fattore continua a soddisfare il Padrone, gli darà una fattoria più grande, e alla fine lo nominerà capo dei fattori. Non gli chiederà più niente e gli farà visita, di tanto in tanto. Su questa strada si diventa talmente forti che a un certo punto si ha paura di se stessi, perché tutto ciò che si ordina deve essere realizzato. Così, se si dicesse a un bicchiere di rompersi, subito, in tre secondi o in tre ore, quel bicchiere si romperebbe, e nello stesso tempo tutti quelli che avessero qualche somiglianza con esso. E se immaginiamo che si può agire su tutto nello stesso modo, si vede da questo quanto ciò sia spaventoso.
Ma Dio sa bene che se conferisse un tale potere a qualcuno dei suoi, costui non farebbe il male e non se ne servirebbe che per il bene di tutti i suoi fratelli.
Per ritornare al fattore, sappiate che vi sono molte fattorie nella stessa fattoria e che questa grande fattoria si estende all’infinito, perché essa comprende tutto ciò che vediamo e ciò che non vediamo. Essa è retta dallo stesso Padrone, e ogni persona è assegnata alla dimora che le è propria (15.6.1895).
Un uomo ha un figlio, che ha un bel rimproverare, quello non vuole proprio obbedirgli. Rifiuta di assistere suo padre, il quale, diventando vecchio, invece di amare quel ragazzo, non avrà più fiducia in lui e non potrà confidargli i suoi segreti. Un altro uomo ha anch’egli un figlio. Quest’ultimo non agisce come il precedente. È rispettoso col vecchio. Così, quando il padre sentirà che suo figlio è in grado, gli confiderà i suoi segreti. È lo stesso con Dio. Non rifiutate nulla a Dio e Dio non vi rifiuterà nulla. L’uomo ha tutti i poteri nelle sue mani.
Per avere il potere, bisogna fare quello che Dio vuole ed Egli farà ciò che noi vorremo (3.2.1896).
Il figlio di Dio può leggere l’iscrizione che porta la materia; può anche comandarle. Essa gli obbedisce e lo serve. L’essere puro può conoscere tutto. Se gli si chiede cosa esiste in un dato luogo, per lontano che sia, egli risponde senza errore.
Nessuno può andare in Cielo se non conosce tutto; ma, progredendo, quella conoscenza ci verrà data, quando saremo riusciti ad amare i nostri simili come noi stessi (3.3.1895).
Se voleste fermare il corso dei secoli, potreste farlo. Se faceste ciò che il Cielo vi ordina, tutte le cose vi sarebbero date in sovrappiù. Non avreste più bisogno di penare e affaticarvi il cervello per imparare nei libri. Basta per questo non essere orgogliosi e amare il prossimo come se stessi (30.8.1900).
Non vi sono forti che possano resistere al comando sullo spirito; la scienza non può arrivare fin là, perché ciò è riservato a quelli che non sono nati dalla carne, né dalla volontà dell’uomo (28.12.1894).
Il Cielo risparmierebbe un intero pianeta di gente malvagia per uno solo che fosse buono. |