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Vita e parole di Maitre Philippe Il Vangelo di Maitre Philippe

Lumiltà

Qualunque sia la missione che il Cielo vi affida, siate sempre umili.
I profeti, gli apostoli e i discepoli del Cristo, non hanno fatto miracoli che per la volontà di Dio, ma non hanno detto che era grazie a loro (22.4.1902).
Ricordatevi che, se potete fare qualcosa, non è grazie a voi, è il Cielo che ve la concede.
Guardatevi dall’orgoglio e dall’egoismo, altrimenti siete perduti. Ricordatevi che non siete nulla, che non potete nulla, che siete meno degli altri.
Ogni volta che qualcuno vi adula, bisogna chiedere subito a Dio che ciò finisca. Non meritiamo di essere adulati, e ancor meno complimentati (22.4.1902).
Se sappiamo che non siamo buoni, il Cielo ci accorderà quello che chiediamo (18.2.1902).
Si vorrebbe sapere come fare per arrivare presto. Nulla di più semplice: bisogna ricordarsi che l’uomo non è nulla ed è tutto. Chi crede di sapere o di essere qualcosa, non è nulla (12.2.1902, aprile 1903).
È tempo di non credersi nulla, è veramente tempo. È arrivato il momento in cui ci si deve sottomettere alla volontà del Cielo, far piacere ed essere utili al proprio fratello.

La coscienza della nostra debolezza

Quando ci si crede qualcosa, non si può nulla, poiché il Cielo viene in aiuto solo di coloro che sono deboli e hanno bisogno di aiuto e di soccorso (24.2.1902).
È scritto a grandi lettere nelle leggi del Cielo: «Dio soccorre i deboli». Per questo essi possono molto di più dei forti, perché sono sostenuti da Dio (20.11.1895).
Io chiamo forti coloro che conservano il proprio ego, che usano la parola “io”: quelli sono dei forti, ma il loro potere non va molto lontano, mentre i deboli potranno tutto, diventeranno grandi. Chiunque s’abbassa, verrà innalzato (17.11.1891).
Chi è grande, non ha bisogno di alcun soccorso, perché è forte. Occorre che cada, s’abbassi, che il suo orgoglio sia piegato.
Non sono che i deboli che entreranno in Cielo.
Siate deboli, se volete essere forti. Quanto sarei felice se voi foste piccoli come me! Dio non rifiuta nulla ai più piccoli tra noi (15.11.1896).
Se un fattore va al mercato e dice al suo bracciante di condurre le pecore al pascolo, e questi le lascia andare dove vogliono e le fa pascolare ad esempio nella vigna, che farà il fattore al suo ritorno? Se il suo dipendente è un bambino, lo perdonerà dicendo: crescerà e diventerà bravo. Se è un adulto, lo manderà via, e poiché tutti faranno lo stesso, il bracciante non troverà lavoro da nessuna parte. È la condanna. Siamo dunque felici d’essere molto piccoli, dei bambini, perché altrimenti saremmo colpevoli e condannati.

Quando saremo molto piccoli, se ci troveremo in presenza della materia inerte, si verificherà questa cosa meravigliosa, che percepiremo l’iscrizione che dice cosa essa è, da dove viene, dove va e quanto tempo durerà. Allo stesso modo per le persone: una voce ci dirà tutto ciò che esse sono state, cosa sono e cosa saranno (24.2.1902).
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