Esiste nell’atmosfera ambiente quello che è in noi e, in noi, ciò che vi è nella natura (14.2.1901).
Vi è nell’acqua, l’aria e la terra, lo stesso numero di creature, le stesse serie successive; prima gli esseri prossimi ai vegetali, poi gli stessi esseri associati in colonie, i vermi, gli animali primitivi ecc. È nel mare che le serie intermedie si sono meglio conservate.
Se voi aveste un microscopio abbastanza potente vedreste tutto in una goccia d’acqua: dei mostri, delle sirene, tutto un universo.
Tutto ciò che esiste è animato, e le cose che sembrano inanimate lo sono anch’esse (9.7.1894).
Ogni corpo è vivo e mobile; chi ha la piena convinzione della vita di ogni cosa sente la presenza di tutti questi esseri viventi; camminando sulla terra, sente l’oro, se ve n’è. Allo stesso modo chi crede pienamente in Dio, sente Dio e la sua presenza. Ma questo credere nella vita di tutte le cose deve essere profondo, innato; non superficiale, o il risultato di un ragionamento, deve essere intero e profondo.
Tutto ha vita, un membro qualunque, un capello che cade, conservano la vita e non muoiono, poiché rimangono in relazione con la sorgente di vita.
Tutto nella natura ha il suo punto d’appoggio (28.3.1895).
Ogni cosa, essendo un essere, ha la sua testa, il suo corpo e i suoi piedi.
La roccia più dura, i minerali che sono nascosti nelle viscere della terra, sono vivi e hanno una famiglia. Quando noi penetriamo nel loro dominio e preleviamo un pezzo di pietra dalla roccia e la lavoriamo, diciamo, «Questa pietra non soffre», poiché non vediamo nulla. Sì, essa soffre, e se potessimo percepire la sua sofferenza potremmo paragonarla alla nostra. Il ferro che il fabbro lavora soffre. Checché ne dicano gli scienziati, il regno minerale è vivo come il regno animale e vegetale. La sua esistenza è più lunga, ma anch’esso muore, poiché il tempo non rispetta nulla, eccetto la Parola di Dio.
La materia soffre anche della separazione. Quando il minatore penetra nella sua dimora, i colpi di piccone o di mina di cui si serve per romperla sono altrettanti dolori per lei. Essa segue nella sua esistenza pressappoco le stesse fasi che noi nella nostra (Ottobre 1897).
Se prendete un bicchiere d’acqua in uno stagno e un secondo in un fiume, e lo lasciate all’aria aperta, al termine di otto giorni non vi sarà più nulla nei vostri bicchieri; le molecole d’acqua saranno ritornate le une al fiume, le altre allo stagno e voi non avrete fatto che ritardarle. Ma, se battete l’acqua nei vostri bicchieri, l’agitate, allora le molecole ritorneranno non nel posto dove erano quando avete preso l’acqua, ma nel luogo dove dovrebbero essere nel fiume e nello stagno, se voi non aveste preso l’acqua, poiché esse hanno compiuto un lavoro pari a quello che avrebbero compiuto, battute dai pesci, le pietre e le cascate. (27.5.1897).
Occorre che la molecola materiale si elevi, si purifichi col fuoco, il freddo, l’aria e l’acqua, fino a diventare cellula umana. Ora, se con del metallo e una forgia vi dicessero di fare una mano, vedreste quanto occorrerebbe di tempo, lavoro e sofferenza del metallo; considerate ciò che ha dovuto soffrire una molecola di metallo per diventare cellula umana!
L’immutabilità delle specie
Le specie sono immutabili; con del ferro non si saprebbe fare dell’argento o dell’oro, o per lo meno se si facesse percorrere alla molecola di ferro la serie delle evoluzioni attraverso il vegetale e l’animale fino a portarla allo stato più alto che il ferro possa avere (ferro dei sangue umano), se anche si arrivasse a fargli percorrere artificialmente la serie delle sue evoluzioni fino a diventare molecola d’argento, questa trasmutazione non potrebbe durare, non sarebbe stabile. Il corpo ritornerebbe al suo stato primitivo di ferro, e persino l’avremmo fatto ritardare nel suo vero cammino, forzando le leggi della natura e l’ordine dei tempi. La specie non può perfezionarsi che nella propria specie.
La geografia umana
La geografia umana è una scienza che si basa su questo fatto: nell’uomo,. ogni fibra corrisponde a qualche essere, uomo, paese, società, casa, fiume o montagna e vi è reciprocità di azione di questo essere sulla fibra e della fibra sull’essere. |