“Vi sono molte dimore nella Casa del Padre”. Ciò che si definisce dimora può anche chiamarsi famiglia (1895).
Su questa Terra siamo tutti fratelli, ma non tutti della stessa famiglia (8.11.1894).
Gli uomini hanno tutti delle famiglie e tutti coloro che sono di una stessa famiglia hanno gli stessi tratti.
S’intende per famiglia, tutti coloro che seguono la stessa via. In questa via ogni persona segue la sua strada e può cambiare a un certo momento.
Nel chicco di grano è contenuto tutto: il germe, la paglia, la spiga che a sua volta racchiude diversi chicchi. Al momento della mietitura, il chicco che ha germogliato e che ha prodotto la paglia è già separato dalla paglia, in seguito tutto ciò che circonda il chicco viene ancora separato da esso. Hanno tutti contribuito a fare quella famiglia, ma sono separati! Il maggiore cammina davanti e tutti coloro che sono della sua famiglia lo seguono (13.4.1898).
Così sullo stesso cammino vi sono diversi cammini, in una stessa famiglia vi sono diverse famiglie, in una casa diversi appartamenti, ma non vi è che un solo tempio e un solo Dio.
Una famiglia invia a volte uno dei suoi lontano. occorre in seguito che attenda il suo ritorno ed è in pena fino al suo arrivo.
Quando veniamo in questo mondo, nessuno di noi sa da dove viene. Prima di essere qui esistevamo già, avevamo quindi una famiglia che abbiamo lasciato per venire qui. Questa famiglia ha perduto uno dei suoi membri, l’aspetta. Se colui che è partito è il maggiore della famiglia, è andato a tracciare un cammino per il quale devono passare gli altri membri della famiglia. È lui che pianta il primo paletto.
Dio ci ha mandato il Suo Figlio prediletto per mostrarci il cammino che conduce alla grande Famiglia. Ma questo cammino è arido e difficile e in più non facciamo nulla per seguirlo ci contentiamo delle avversità che ci vengono mandate dal Cielo e anche quelle non le accettiamo che borbottando. Ecco la prova di quanto siamo lontani dal vero cammino che ci mostra Gesù (15.2.1897).
Coloro che non vivono insieme possono essere sempre uniti, mentre quelli che sono sempre uniti spesso non lo sono che in apparenza.
Dobbiamo venire in aiuto ai nostri genitori, è nei comandamenti di Dio: onorate vostro padre e vostra madre. Ma c’è una sfumatura. Ecco vostra madre, ha bisogno di denaro; voi potete dargliene. Uno sconosciuto viene a chiedervene. A chi dei due lo darete? Si può dare alla propria madre, ma se si vuol fare la volontà di Dio, si deve dare allo sconosciuto di preferenza. Ci è sconosciuto per il momento, ma può essere più vicino a noi di nostra madre. Così l’albero che noi rappresentiamo crescerà; le sue radici sono nella terra, esso vi attinge la linfa che è il bene che noi facciamo e che aiuta l’albero a crescere e portare dei frutti. Seguendo questo cammino, possiamo diventare dei tali alberi e avere una famiglia più grande di quella che abbiamo adesso, una famiglia che non ci sarà sconosciuta ma che sarà nuova per noi (4.6.1896).
Teniamo presente questo: che vi sono molte fattorie nella stessa fattoria; che questa grande fattoria è infinita, perché comprende tutto ciò che vediamo e ciò che non vediamo, è diretta dallo stesso Padrone e ogni persona è classificata nella dimora che le è propria.
Le famiglie sono più o meno progredite e allo stesso modo più o meno numerose. Avanzando, esse diminuiscono nel numero dei loro membri ve ne sono che scompaiono, altre che le sostituiscono.
Bisogna che poco a poco, a forza di cercare le strade difficili, ì membri della vostra famiglia vi abbandonino e prendano altre strade. Vi sono quelli che vanno più svelti, altri più lentamente.
Più si avanza, più la nostra famiglia si riduce. Vi sono alcuni che sono i soli della loro famiglia.
In alcune famiglie tre generazioni ne fanno una in altre famiglie due generazioni ne fanno tre. Se si è troppo usato il proprio corpo, se si muore a sessant’anni quando si potrebbe vivere fino a ottanta, c’è un deficit di vent’anni quegli anni che bisognerà vivere, fanno parte della stessa esistenza (27. 3.1895).
Diversi esseri della stessa famiglia, tutti gli esseri di una stessa famiglia, possono a un certo momento essere dalla stessa parte. In ogni caso vi sono spesso diversi esseri della stessa famiglia insieme dalla stessa parte.
Quando ci sono troppe persone nella stessa famiglia, ognuno paga per sé, oppure, ad ogni modo, paga poco per gli altri. Se vi sono poche persone, le sofferenze e gli sforzi da sopportare sono più numerosi e più grandi. Il beneficio si spande così su quelli della famiglia e su quelli delle famiglie inferiori. Se si è del tutto soli, si paga per tutti (nostro Signore Gesù Cristo).
Un padre ha tre figli ama molto il maggiore, e costui ne approfitta per farsi dare più che agli altri due, dicendo al padre: «Se avranno bisogno, darò loro più tardi». Il padre muore, il maggiore si trova, a causa di questa donazione, della famiglia del padre. A questo punto il secondo può dire: «Non è giusto». Dall’istante in cui lo dice, egli giudica, di conseguenza è della famiglia. Il terzo non dice nulla. Spesso quel pensiero gli viene, ma lo soffoca. Lui non fa parte di quella famiglia, è sciolto, mentre il padre e i due primi figli sono della stessa famiglia (5.11.1894).
Ci si può sacrificare per qualcuno della propria famiglia (o di una famiglia inferiore alla propria) e prendere su di sé tutto o parte delle prove che deve sopportare. Ma è alquanto eccezionale e si fa già molta fatica a seguire la propria strada. Occorre una grazia, un’autorizzazione speciale da Dio. |